martedì 25 novembre 2008

Definire la lingua: altre sfide...

Dunque, nel tentativo di definire una lingua si incontra già una prima difficoltà: quella di identificare il significato da attribuire al concetto di "comunità linguistica". Anche perché il parlare di comunità "linguistica" da già per scontato il fatto di aver capito e definito il concetto di "lingua", che, invece, è proprio quanto non riusciamo a fare.

1. Peraltro, non si può definire la lingua a partire dai mezzi di cui ci si serve per utilizzarla. In realtà, questo metodo - per altri concetti o realtà - va benissimo. Si pensi, per esempio, ad una stampante: essa può essere anche definita come "un insieme che si serve/ha bisogno di un dispositivo - più o meno complesso - che sia in grado di impressionare dei supporti adeguati con forme varie sotto il controllo di altri dispositivi". Questa definizione da esaurientemente il concetto di stampante ed andrà bene per ogni stampante del presente e del futuro: fosse anche a positroni ed usasse non la carta, ma delle pellicole speciali o chissacché. Orbene, tale definizione - di tipo più descrittivo - è semplicemente l'elenco delle parti essenziali che la costituiscono e del loro rapporto reciproco: si dice che - per chiamarsi "stampante" - una cosa deve avere almeno un dispositivo in grado di impressionare (non si dice se debba essere una testina a getto d'inchiostro, un raggio laser, i vecchi dispositivi ad aghi, ecc.), un supporto adeguato al sistema di impressione summenzionato (dalla carta, ai lucidi, a chissà quali materiali...) ed un sistema di controllo sotto la cui regia detta "stampante" svolga il suo lavoro (oggi un computer, ma già esistono le fotocamere digitali in grado di comandare una stampante senza passare per la mediazione di un computer e chissà cos'altro ancora potrà essere inventato come "sistema di controllo" di un oggetto che sia una "stampante"). Ogni singolo elemento è essenziale. Per esempio, se tolgo l'ultimo particolare indicato, la mia definizione potrebbe andare bene anche per le macchine per scrivere (anch'esse hanno un dispositivo per impressionare un supporto e i sistemi per introdurre e "trattare" detto supporto, che poi è la carta), ma anche per le fotocopiatrici, per i ciclostili e persino per le macchine fotografiche (il "dispositivo che impressiona" è il blocco ottico che "tratta" i fasci luminosi convergendoli e dosandoli opportunamente, mentre il "supporto adeguato" è la pellicola sensibile alla luce). Tornando al nostro argomento, ci accorgiamo che neppure con questo metodo è possibile definire la lingua. Verifichiamolo. Non si può dire che il fenomeno linguistico è ciò che utilizza l'apparato fonatorio per la trasmissione e l'orecchio per la recezione, perché allora ciò che è contenuto in un libro non dovrebbe essere definibile come lingua. Infatti, da un libro non si leva alcuna voce. In realtà, la lingua può essere trasformata e codificata in mille modi. Una comunicazione verbale può essere "tradotta" in segni grafici da stampare su carta (alfabeto), può essere "tradotta" in suoni non fisiologici come avviene nella telematica (fax e modem), può assumere la forma di "minisculture" a rilievo (alfabeto tridimensionale per ciechi, detto Braille), può diventare uno sfarfallio di luci multicolori come nelle trasmissioni telematiche di tipo ottico,.... Vero è che, alla fine, al di là dei sistemi o codici utilizzati (che per la loro varietà e imprevedibilità ci impediscono di definire la lingua attraverso di essi), una comunicazione è linguistica perché si serve di un insieme di parole. Dette o scritte o trasmesse direttamente al cervello o non so che, alla fine il ricevente si trova davanti a delle parole.

2. Allora, abbiamo trovato forse la chiave della soluzione. Potremmo definire la lingua usando il concetto di "parola". Evviva!!! Ma mi sorge un dubbio: la "parola" può essere definita da altre parole?.... E se non si fosse in grado di definire il concetto di "parola", che utilità e che significato avrebbe una definizione che vi si fondi sopra? Se "parola" è paragonabile ad un'incognita, che senso può avere una frase del tipo: "La lingua è quel sistema di comunicazione che utilizza " X " in varia forma"?... Dicendo una frase del genere, sono riuscito davvero a far capire qualcosa? (creato originariamente il 27.1.2004, h. 11.24, modificato oggi).

Nessun commento: