giovedì 27 novembre 2008

Definire i significati: testo o contesto?

Torniamo un po' al punto già espresso qualche tempo fa: il fenomeno della comunicazione umana - anche in una sola lingua, nella propria lingua materna - è qualcosa di quotidiano, ma non di banale. Di costante ed abitudinario, ma non di semplice. Prendiamo, per esempio, i seguenti malintesi: interlocutori X a interlocutori Y:

1) (mentre Y sta suonando un brano al pianoforte): "Cosa stai suonando?" Y: "Un pianoforte"...;

2) X: "Scusa, sai dov'è Piazza De Ferrari?" Y: "Certo che lo so! Ciao!"...

Esaminando questi due esempi di comunicazione verbale ci accorgiamo che - o per cattiva volontà o per idiozia/sbadataggine - Y non ha risposto come X si sarebbe aspettato. Infatti, nel caso 1) egli voleva sapere il nome del brano e non certo dello strumento (riconoscibile da chiunque, senza bisogno di spiegazioni) e nel caso 2) egli voleva ricevere le informazioni per arrivare alla piazza citata. Però, la cosa strana è che non possiamo dire che Y dimostri di non capire la lingua usata da X. E non solo perchè la usa per dare le proprie (bizzarre) risposte. Infatti se non conoscesse il senso di tutte le parole usate da X, Y non avrebbe risposto in modo coerente. Sì! Coerente! Perché, al di là di tutto, Y, alla domanda "Cosa stai suonando?", non risponde parlando di altro. Insomma, non dice: "Sono le 9", oppure: "Ho un fratello più piccolo". Y risponde indicando lo strumento che stava suonando che in effetti è un'altra interpretazione possibile e plausibile - anche se poco probabile - della domanda in esame. Ed anche alla domanda del caso 2), Y si mostra estremamente corretto nella risposta, mostrando di averne capito tutte le parti (le parole usate). Infatti anche in tale caso non risponde dicendo, per esempio: "Studio ancora all'Universita'". Ma la cosa ancor più buffa è che la risposta in 1) data da Y avrebbe smesso di essere anomala se egli, al posto di un piano, fosse stato intento a suonare un orfarione. Tale strumento antico, infatti, è poco noto e perciò la domanda fatta da X ("Cosa stai suonando?") avrebbe potuto realmente richiedere il nome del curioso strumento, più che non il nome del brano in corso di esecuzione. Come si può notare, nella situazione 1) originale e in quella variata (quella con l'orfarione...) non cambiano assolutamente le parole della domanda, e ciononostante cambia il significato della domanda, tanto da meritare una risposta diversa. Ma se parole uguali ed anzi intere combinazioni di parole uguali (ossia le frasi) possono significare cose diverse, che cos'è il senso o significato di una parola? Che cosa ce lo fornisce, di volta in volta? Si affaccia il sospetto che conoscere tutta la grammatica e il vocabolario di una lingua (anche in modo scioltissimo ed assolutamente scorrevole) non equivale ancora a sapere usare quella lingua. E si affaccia nuovamente il sospetto che non si possa definire il termine "parola". Come la si potrebbe spiegare? Come la minima unità linguistica dotata di significato? E di quale significato?... E, per esempio, "i" è una parola (articolo plurale: "i cani")? O è soltanto una desinenza priva di significato, che serve solo a modificare un nome singolare ("i" pluralizzante, come in fondo alla parola "cani")? Oppure è la desinenza che serve a fare la seconda persona singolare del tempo presente indicativo di certe classi di verbi (come in "mangi", "bevi", "dormi")? Ma, attenzione, la "i" - che potrebbe (e non potrebbe) essere parola - può avere anche il valore di desinenza verbale, ma per formare certi imperativi ("bevi" e "dormi" possono essere anche la forma di comando "bevi!", "dormi!", ma ciò non accade per la "i" di "mangi" che è e resta solo un presente). Ribadiamo che - strano ma vero - non sappiamo definire ancora il linguaggio. Usiamo ogni giorno qualcosa che non conosciamo. Siamo, cioè, avvolti in un mistero, difficilmente razionalizzabile o formalizzabile. Esso si lascia docilmente plasmare (per veicolare i nostri pensieri, fino alle sfumature piu' labili), ma non conoscere. Il che mi sembra non poco intrigante... (creato originariamente l'8.2.2004, h. 17.48, modificato oggi)

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