martedì 30 settembre 2008

Ancora sulla mira degli allievi...

Le mire dell'allievo sono spesso correlate a problemi più vasti, articolati e profondi della sua personalità. Chi, per esempio, si considera troppo vecchio per imparare perfettamente un nuovo "set" di suoni e una nuova pronuncia può darsi che, più in generale, abbia un fondo di depressione e si senta già vecchio anche in altri ambiti. Chi si definisce smemorato è possibile che abbia una bassa autostima anche in altri campi. Chi si accontenta del minimo è probabile che sia un superficiale o che abbia un fondo di depressione e/o una bassa autostima anche più in generale. Ci sono anche difetti apparentemente opposti. C'è chi crede di imparare più in fretta di quanto sia realmente possibile o chi crede di poter imparare senza impegnarsi seriamente, dal di dentro di sé, quasi che un metodo vincente possa o addirittura debba produrre conoscenza e competenze in modo "magico", autonomo e senza la propria collaborazione. Insomma, il punto nodale è ricalibrare le mire e le sottostanti convinzioni di partenza: non necessariamente "spingere", incoraggiare o esaltare. E' ovvio che un metodo glottodidattico non possa sostituirsi ad un percorso di riorganizzazione della propria personalità. Deve forzosamente limitarsi a modificare le convinzioni negative - negative anche per eccesso - inerenti al proprio ambito. Ma tale piccolo cambiamento può "accendere i motori" e ingenerare o quantomeno sostenere un cambiamento positivo più ampio. Risulta, quindi, essenziale nel Metodo Helix 4 scoprire le convinzioni negative che possono ostacolare l'efficacia del metodo stesso. Questa fase "investigativa" non presenta particolari difficoltà (anche se il Metodo Helix 4 ha una sua procedura d'indagine codificata): basta osservare i risultati delle prime lezioni e, se è il caso, analizzarne le cause, anche in modo empirico ed intuitivo.

domenica 28 settembre 2008

Ricalibrare le mire dell'allievo

L'apprendimento può essere inficiato da mire troppo basse, consapevoli e volontarie oppure inconscie. Ci sono persone che imparano male una lingua perché ritengono che sia superfluo parlarle perfettamente (basta intendersi alla bell'e meglio...). Altre sono convinte di non avere proprio la possibilità di impararle perfettamente (c'è chi si considera smemorato e più in generale gli adulti sono rassegnati all'idea di non riuscire ad apprendere un'ottima pronuncia molto vicina a quella di un madrelingua). E' ovvio che, se sono convinto che basti una conoscenza approssimativa, non mi impegnerò quel di più che, invece, mi permetterebbe di esibire una buona padronanza della lingua (e magari solo con un di più di sforzi assai meno gravoso di quel che sembri). Ed è ovvio che se mi "etichetto" smemorato, avrò un motivo valido per non impegnare la mia memoria come potrei. Mi programmo sul minimo e così otterrò effettivamente il minimo. Facciamo un esempio più usuale. Avete mai conosciuto qualcuno che inizi a convincersi di non stare in salute, di avere qualcosa? Se fate caso, il soggetto comincerà ad avere effettivamente dei disturbi... La convinzione - anche se errata, anche se inconscia - influenza sempre la "prestazione".