mercoledì 6 agosto 2008

Quale insegnante per quale allievo?....

Per insegnare una lingua bisogna sicuramente conoscere la lingua in oggetto. Ma - attenzione! - anche un ragazzo di 16 anni conosce la propria lingua ad un livello sufficientemente complesso e, al tempo stesso, "automatizzato". Non per questo, pero', potrebbe insegnare efficientemente (e cioe' rapidamente) ed efficacemente (e cioe' in modo da essere capita bene e ricordata a lungo) la propria lingua ad un adulto che la volesse apprendere. Invece, la potrebbe insegnare benissimo ad un bambino (ed anche - o soprattutto - senza incontri o lezioni a cio' predisposti), come d'altronde fanno anche i genitori con i propri figli in modo spontaneo, sia che abbiano una preparazione linguistica sia che non siano insegnanti di professione. Questo ci fa capire gia' una prima, grande cosa, in contrasto a ciò che verrebbe da dedurre di primo acchito (e a ciò che pensano molti allievi): buona parte dei frutti di un insegnamento linguistico risiede non solo nell'insegnante, ma anche nell'allievo stesso. In particolare, l'allievo - ogni allievo della specie umana - mostra nei confronti del linguaggio una capacita' di apprendimento naturale piu' marcata fino all'inizio della puberta'. Dopo poco, tale predisposizione o sensibilita' linguistica cala rapidamente. E cosi', lo stesso bambino che aveva imparato perfettamente e senza sforzo la propria lingua madre - magari difficilissima (ma secondo chi?...) come il cinese -, intorno ai 15 anni diventa incapace di imparare un'altra lingua in modo altrettanto naturale e per semplice contatto ed esposizione. Intorno ai 15 anni (o anche prima) e' piu' opportuno affidarsi a qualcuno che non solo sappia usare bene la lingua da apprendere (magari perche' madrelingua), ma che .... (creato il 16.12.2003, h. 10.23; modificato e ripubblicato oggi)

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