giovedì 7 agosto 2008

Necessità della conoscenza riflessa delle lingue

... ma che la conosca in modo "riflesso", meno coinvolto e quindi piu' distaccato. Perche'? Lo faccio capire con un aneddoto. Un mio amico si iscrisse ad un corso di svedese, che (ovviamente...) sottolineava il fatto di avere insegnanti madrelingua. Il mio amico ci andava regolarmente al corso, anche perche' l'insegnante era una svedese e pure ... "buona". Questa sua bellezza, pero', era anzitutto un elemento di distrazione e non di facilitazione nei confronti dei processi di apprendimento. Ma l'altro aspetto negativo - ben piu' importante e meno discutibile - era che la gentile signorina sapeva perfettamente la propria lingua, ma 1) non sapeva l'italiano, 2) non si rendeva conto di come trasformava la propria lingua. Intendo dire che lei - come tutti quelli che conoscono perfettamente la propria lingua tanto da averla "automatizzata" - non sapeva spiegare (peraltro ignorava l'italiano...) perche' una stessa parola della sua lingua venisse ogni tanto modificata (per dare l'idea, faccio due esempi col tedesco, simile allo svedese (e a me più congeniale...): "Auto" puo' diventare "Autos", "Mann" "Maenner", ma anche "Maennern", ecc.) (creato originariamente il 17.12.2003, h. 16.09; modificato e ripubblicato oggi).

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